"quando avremo ottanta anni, avremo probabilmente imparato tutto dalla vita .
Il problema sarà ricordarlo"

lunedì 31 marzo 2025

31 marzo 2025. Last day in Colombo, last day in Asia

 NOVANTANOVESIMO GIORNO - TRE MESI E NOVE GIORNI. 

La giornata di ieri è stata gratificante. Dopo una bella dormita inizia il conto alla rovescia. Domani mattina partiremo per rientrare a casa. 

Oggi andiamo per bazar, a cercare qualcosa di carino da portare via ma gli spazi dei borsoni sono veramente pochi.
Le nostre non sono valige ma grossi zaini in cui la roba è stipata come sardine in scatola. Vabbè, vediamo un pò. Oggi molti negozi e bazar sono chiusi perché c'è una festività islamica. Anche qui, nonostante la massiccia presenza di buddisti, c'è una grande comunità di musulmani e una minoranza di cristiani e induisti. C'è comunque un gran movimento in giro. Traffico, gente, qualche turista e tanto caldo. Girovaghiamo fino alle 13.00, poi decidiamo di rientrare in albergo. Cosa c'è da mangiare? Boh. Siamo abbastanza saturi del cibo, buonissimo ma spesso ripetitivo, del posto. Pizza Hut?? Sì. E sia! Anzi, ce lo facciamo consegnare in albergo. È sempre una garanzia. Arriva abbastanza puntuale e con il corrispettivo di otto euro e 50 cent. prendiamo il combo: la pizza soffice ai wurstel di pollo e cipolla (la nostra preferita), il pane con aglio, due cannella roll e due coca cola piccole. 

Stiamo nella hall, in uno dei tanti angoli con tavoli e sedie, mangiamo il nostro pranzo insolito ma ormai consolidato e ci rilassiamo qui, tra il fresco del condizionatore e le considerazioni sul da farsi più tardi. 

Ci sarà da preparare i bagagli e goderci gli sgoccioli di questa lunga vacanza al caldo. 



domenica 30 marzo 2025

30 marzo 2025. Sri Muththumari Amman Temple, Seema Malake e Gangaramaya Temple.

 È domenica. La città si sveglia con la giusta calma. Andiamo a comprare due dolci e torniamo in hotel a fare colazione. Programma diverso: camminata. Gigi nonostante ieri abbia sforzato il ginocchio, si sente di poter fare i due km e mezza che ci separano dai nostri odierni obiettivi: due templi buddisti dai nomi improponibili. Si va. C'è caldo, quello che piace a noi. I conducenti dei tuk tuk ci assillano per fare il giro turistico con loro ma poi si arrendono.

Nel tragitto vediamo diverse persone vestite a festa che si fanno fotografare. Murales colorati e carini che rallegrano i muri grigi della città. Ci imbattiamo in un tempio induista famoso qui, lo Sri Muththumari Amman. Come tutti i templi induisti è carino e colorato. L'ingresso è a pagamento, 200 rupie a testa (0,60 cent). Ci si scalza, come di rito, e si entra. Alcuni santoni scazzati gironzolano all'interno. Pochi credenti e altrettanti pochissimi turisti, forse è presto. Fatte le dovute foto, usciamo e continuiamo a camminare verso i due templi buddisti ma non prima di essere entrati in chiesa. Oggi è domenica! Ci sono diverse chiese cattoliche e noi siamo proprio di fronte ad una di esse, quella del Gesù bambino. Entrati assistiamo alle esercitazioni del giovane coro. In uno dei lati ci sono tutti i nostri sostenitori o quasi: Sant'Antonio, San Sebastiano, San Cristoforo, Santa Rita, Gesù risorto.
Ringraziati per tutto ciò che abbiamo, continuiamo. Arriviamo al Seema Malake. È un tempio moderno costruito su tre piattaforme collegate tra loro. È circondato da bellissimi Budda e ci sono diverse zone di preghiera con tanto di alberi sacri. È stato eretto sulle sponde di un terreno paludoso adiacente al lago Beira e da qui si può ammirare una splendida vista sulla città i cui alti palazzi ci si possono specchiare, riflettendo la migliore immagine di sé. Punto dolente l'odore del lago. Nonostante sia molto bello, è ridotto ad una scarica di liquami. L'olezzo è davvero pungente. Meno male che nel tempio usano bruciare tanti incensi.
A poche centinaia di metri da questo c'è l'altro tempio il Gangaramaya. Particolare, interessante e strano, anzi stranissimo. È un tempio correlato da una marea di oggetti e manufatti, di qualsiasi cosa proveniente da tutto il mondo. Una sorta di museo, non organizzato e sicuramente non ordinato. Dalle auto d'epoca ai vecchi telefoni, passando per suppellettili in avorio, con rifiniture impressionanti, oggetti egiziani, macchine da scrivere, elefanti. Elefanti?!? È il tempio più importante della città di Colombo.
Fondato da un famoso monaco di cui ci sono diverse effigi e ricordi. È pregno di oggetti donati a scopo sociale educativo e culturale. La frase che lo accompagna è “Un tempio è un faro, un faro per chi è sballottato dalla tempesta”. Effettivamente lo scopo educativo lo avrebbe, ma non è curato da nessuno per esserlo. Non esistono didascalie, non ci sono indicazioni sulla provenienza degli oggetti, tanto meno sul motivo della loro presenza qui dentro. È una raccolta di collezioni al limite della sindrome dell'accumulo compulsivo, insomma da accumulatori seriali, molto disordinati per giunta. Il mondo è bellissimo! 

Si son fatte le 13.00, lo stomaco reclama la sua parte. C'è caldissimo e decidiamo di tornare verso l'albergo con un tuk tuk (400 rupie=euro 1,20cent). Torniamo al Food Court, la catena di ristoranti del self service a due lire. Piattone di riso con tanti contorni e pollo. Divino. Certo, spendiamo troppo: 1.170 rupie per due piatti composti e una bottiglia, da due litri, di acqua = € 3,60 cent. Tre euro e sessanta centesimi!!  Torniamo all'Hotel. Caffè e diario di viaggio. Si sta al fresco per tutto il pomeriggio.
Alle 17.00 usciamo dalla tana. Vorremmo andare a vedere un bel tramonto, magari sul mare. La parte opposta al Fort Green di ieri è la Port City. Sono circa 2 km e mezzo di passeggiate sul lungomare nella zona nuova di Colombo. Questa area infatti fa parte di un progetto di nuova urbanizzazione. Per ora sono presenti soltanto banchine, zona pedonale che costeggia il mare  e nella quale si trovano diverse zone di ristoro. La frequentazione è soprattutto di gente del posto. È molto carina. Ci godiamo il bel tramonto e la bella passeggiata. La struttura moderna del ponte sul mare è illuminata e fa da sfondo a tante immagini fotografiche. 

Torniamo nella zona del forte, vicino all'Hotel (C1Fort). Saliti in camera non abbiamo voglia di fare niente. Sono le 20 e forse finiamo così, non abbiamo nemmeno appetito. Ma no, non si possono sprecare le ultime ore delle ultime sere del nostro bellissimo viaggio in una camera di hotel. Usciamo un pò, magari ci sediamo in uno dei pub qui vicino a bere un boccale di buona birra fresca. Ma ecco che nella via in cui si trovano i localini carini carini, in cui siamo stati qualche sera fa, c'è tutto un allestimento di opere artistiche.
Uno striscione colorato è affisso sulle teste di un gruppo di giovani musicisti: “Fairway Colombo Art&Jazz Festival”.!!!.   sì, siamo capitati nella pausa del concerto di questa jazz band, tra dipinti e artisti. Noi, che amiamo il jazz. Noi, che paghiamo per i concerti jazz. Noi che seguiamo, quando è possibile, il live jazz. Quindi? Ci infiliamo nel pub fronte concerto, ordiniamo un litro e mezzo di birra e patatine fritte. Si ricomincia a suonare e ci accorgiamo che sono davvero bravi, soprattutto il batterista. Il repertorio non è dei migliori, musica pop riadattate ma piacevole nell'insieme. Siamo strafelici di essere qui, con tanta gente del posto, pochi occidentali, tanta birra, caldo e serenità. Cosa volere di più!?! 

Costo di 1.500 ml di birra? 2.500 rupie srilankesi = € 8,00 - otto euro! 

Nota bene 

Per i due templi buddisti stesso costo di ingresso : 400 rupie a testa per l'ingresso ad ognuno di essi (= € 1,24cent)


sabato 29 marzo 2025

29 marzo 2025. Colombo. Pettha market e Galle Face Green

 
Ci svegliamo presto nonostante non dobbiamo fare niente di particolare. Dopo il nostro caffè, iniziamo la giornata in giro. Puntiamo verso la moschea Jami-Ul-Afar. È una moschea molto appariscente e diversa dalle altre. È una costruzione bianca e rossa del 1909 che spicca vistosamente nella Maine Street (strada principale), tra i negozi del bazar Pettah. È ancora chiusa. Apr i battenti alle 10.30 ei turisti possono entrare soltanto da uno dei 5 ingressi, il 3°. Non abbiamo intenzione di entrare, anche perché dovremmo aspettare troppo e poi non abbiamo voglia di indossare gli abiti che credo ci darebbero, visto che Gigi ha i pantaloncini alle ginocchia e io la maglietta con le maniche corte. Facciamo le doverose foto di rito e continuiamo per le vie del bazar.
Vorremmo arrivare al Floating Market, e qui chiedere dell'autobus che porta all'aeroporto internazionale. Ci servirà tra qualche giorno. Camminando ci inoltriamo sempre di più tra i meandri delle bancarelle e dei negozi. Sono soprattutto articoli di abbigliamento, taroccato e non. Seguono a ruota, articoli per la casa, per il fai da te, elettronici, frutta e verdura con a fianco reggiseni e mutande magari; di tutto un pò. C'è tanta gente, anche perché oggi è sabato. Arriviamo alla agognata fermata dei bus. Ci indicano dove trovare il capolinea dei piccoli autobus che fanno la tratta per l'aeroporto che dista 32 km. Trovato. Numero 187, costo 300 rupie a testa (€ 0,90), partenze ogni mezz'ora o giù di lì. Inizio corse ore 4.30, durata 45/50 minuti. Perfetto. Unico neo è che il nostro volo partirà alle 9.50 e quindi stiamo già pensando alla levataccia e al tuk tuk da prendere vicino all' albergo.
Questi infatti distano da questo capolinea circa 2,5 km. Vedremo poi come organizzarci. Nel frattempo ritorniamo verso le strade del bazar visto che il mercato galleggia praticamente non esiste. È questo! Questo insieme di negozi del Gran Bazar si trova in prossimità del Lago Beira. Si chiama Pettah ed è un caos totale, infernale. Sono le 10.30 circa ed è sempre più affollato. C'è caldo. Cerchiamo un rifugio per mangiare qualcosa, magari un dolce con caffè. Niente di attraente. Finiamo per comprare due dolci (una fetta di torta al cioccolato e una alla frutta candita) in un negozio vicino all'albergo e per rintanarci qui, al fresco del condizionatore accompagnato da una buona tazza di caffè. Non ci priviamo nemmeno di una doccia fresca e poi un riposino pomeridiano.
Alle 15.30, rifocillati, usciamo dall'hotel. Certo non è il momento migliore della giornata per gironzolare al caldo ma del resto non vogliamo trascorrere tutto il pomeriggio in camera. Pian pianino raggiungiamo la costa. Il bel lungomare ha il nome di Galle Face Green. Qui nel tardo pomeriggio e nel fine settimana, tutta la città sembra riunirsi per scambiarsi due chiacchiere, mangiare e bere, divertirsi. Il lato in cui c'è il mare, non proprio meraviglioso, con una piccola spiaggetta a contorno, alcune persone stanno nel bagnasciuga a chiacchierare.
È un angolino molto bello e poetico. Sul lato opposto all'acqua, la passeggiata, che a sua volta affianca l'area verde, con tanto di prato. Oggi c'è anche una manifestazione sponsorizzata da un marchio che da 60 anni produce prodotti nutrizionali naturali, ricchi di vitamine, per arricchire la dieta dei bambini in età di sviluppo, si chiama Astra, un incrocio tra Mellin e Plasmon. Hanno allestito stand con prodotti di pasticceria, street food e aree giochi. Nell'area parco stanziano delle giostre meccaniche con tanto di tagada', dischi volanti e una mini ruota panoramica che carica le persone su seggiole a forma di grossi mezzo guscio e viene manovrata e veicolata dalla forza di due ragazzi, pazzi furiosi, che sembrano i criceti in gabbia che corrono sulla ruota. Sicuramente non è la cosa più rassicurante del mondo e visto come trattano il resto dei congegno Meccanici (motori, auto, moto, barche) non saliremmo nemmeno gratis. Sul lato strada, dalla parte opposta al mare, c'è un grande centro commerciale che si chiama Galle Face, entriamo. Fresco! È molto grande. Si tratta di 4 piani e un sottopiano. In ognuno di essi esistono tanti negozi, marchi nostrani e artigianato.
È uno spaccato di internazionalità abbastanza inaspettato, nonostante siamo in una metropoli asiatica. Si è vero che Colombo è una città moderna con i suoi 650.000 abitanti ma è pur sempre nello Sri Lanka e qui dentro sembra di stare a Milano, e non vuol dire necessariamente meglio. Insomma, stiamo qua dentro per un paio di ore anche perché sono le 17.00 e abbiamo un certo languorino. Vorremmo un dolce o uno smoothie ma non c'è nulla che ci ispiri. Ma guarda un pò: un forno a legna. Pizza! Accidenti, un locale veramente carino ci invita a nozze. È pizza sia. Io aggiungo una buona Caesar Salad e Gigi le immancabili patatine e.. Birra, tanta birra ghiacciata. Be'una merenda insolita per noi, non era proprio l'ora del tè evidentemente.
Stomaco pieno, si torna per strada. Attraversiamo e ci ritroviamo sul prato, dove c'è la manifestazione e c'è soprattutto una marea di gente. Il mare è qui di fronte a tutti. Alcune persone stanno sul bagnasciuga con i piedi in ammollo, altre passeggiano nella parte che fiancheggia il mare e c'è una bella atmosfera festosa. Ragazzi e bambini che provano giochi di destrezza e abilità, un palco in cui si alternano presentatori ed esibizioni di musica e danza, gente che si diverti e sembra così leggera da suscitare una bonaria invidia. Sono tutti molto socievoli e si vede bene che amano socializzare. Il cielo si tinge di rosa e dalle nuvole appare un sole arancione che sta per tramontare. Spettacolo. Un tramonto stupendo, tutto per noi. Ci sediamo ad ammirarlo e a guardare tutta questa gente così allegra. Intanto la festa continua e tra telecamere, droni e schermi giganti stiamo qui, fino a tardi. Non abbiamo nessuna voglia di mangiare e quindi, dopo qualche ora, rientriamo in hotel. Buttiamo giù due righe e rivediamo le immagini di questa bella giornata, diversa, insolita e tanto appagante. 

venerdì 28 marzo 2025

28 marzo 2025. Trasferimento: Galle - Colombo

Sveglia e rito del caffè in balcone. Certo, siamo un pò stanchi dello Sri Lanka ma una lacrimuccia ci viene al pensiero di lasciare questo posto sul mare, e, soprattutto, QUESTO CALDO STREPITOSO! 

Già, non ci piace affatto tornare al fresco del maestrale della nostra primavera, ma c'è di peggio no?? A parte tutto, oggi si va verso la capitale: Colombo. Dista 132 km e ci sono diverse opzioni per raggiungerla. Noi andremo in treno, treno express che parte in diversi orari della giornata. Scegliamo quello a noi più consono, ore 10.50. Per arrivare alla stazione di Galle, da dove partiremo in treno per Colombo, prendiamo il bus. Oggi lo stesso tragitto fatto ieri ci costa di più. Allora, ieri per andare a Galle abbiamo speso 50 rupie a testa. Al rientro l'assistente ci ha chiesto 70 rupie. Oggi ci chiedono 100 a testa.

Praticamente fanno i prezzi come meglio credono. Con i turisti sono veramente delle merde. Scusando l'eufemismo, non posso definirli altrimenti, è l'aggettivo più consono al loro comportamento. È un popolo composto dal 10% di persone carine davvero, le altre sono veramente esecrabili. Approfittano sempre della buona fede dei turisti e la fregatura te la rifilano sempre. Per noi si tratta di pochi soldi ma è il gesto, il principio che conta. Essere onesti, corretti, accoglienti, sinceri, sorridenti (di cuore) e gentili, prescinde dall'avere o meno denaro, agiatezza o comunque uno status economico/sociale peggiore o migliore di chi hai di fronte. Non c'entra niente se 50 rupie sono centesimi di euro, non c'entra niente se siamo dollari che camminano per questa "povera" gente.
Sicuramente loro non sono dignitosi, la loro condizione è frutto del loro modo di essere, lascivo, pigro e incoerente. E poi, basta con il detto che questa è la terra del sorriso!! non è vero che sono gentili incondizionatamente. La loro gentilezza è opportunistica. Ecco, purtroppo questo è quello che in un mese abbiamo capito. Lasciamo le digressioni ad eventuali futuri incontri, in cui poter raccontare i motivi che ci hanno portato a tali considerazioni, continuiamo con il trasferimento per Colombo. Arrivati ​​a Galle, facciamo il biglietto, costo 500 rupie a testa (1,50 euro) e aspettiamo il treno. Questo di Galle dovrebbe essere il capolinea e ci aspettiamo un treno che porti i passeggeri qui, li scarichi e poi ricarichi noi e tutti coloro che sono qua in attesa dello spostamento per Colombo.
Ma neanche per sogno! Il treno, sgangherato, arriva già pieno ma il punto è che le persone non scendono. Non abbiamo capito perché fosse già pieno e da dove provenisse. Constatiamo, aime', che non ci siano posti a sedere. Quindi, compri i biglietti (in seconda classe) per darti il ​​passaggio che in tre ore e mezza ti porterà a Colombo. Sul come non importa a nessuno. Noi, come tanti altri, in piedi. Proprio così. Staremo in piedi, stipati come sardine, con i bagagli e tantissima gente addosso; non solo. Il treno continuerà a fermarsi in almeno altre quattro stazioni e caricare e ammassare altre persone, turisti e non. Treno con finestrini e porte aperte, ventilatori fatiscenti sulla volta e tanto caldo. È stato uno dei trasferimenti peggiori mai fatti. Non è neppure divertente perché davvero c'è gente che stava davvero male e che stoicamente grondava di sudore senza fiatare. Gigi poi, con il ginocchio sfortunato, si è fatto tutte le ore così, i piedi. Alla faccia del paese turistico! Arrivati ​​alle 13.30, scesi da questo inferno,  stiamo seduti sulle panchine di questa stazione caotica per circa 20 minuti…in raccoglimento, così come altri compagni di viaggio. Ok, ci riprendiamo. Sorso d'acqua e via. L'hotel dista 900 metri. Andiamo a piedi. È molto carino. Pulito e confortevole. Gentilissimi tutti (vorranno qualcosa??) , ci accolgono e facciamo il check in. Posati i bagagli, l'attrazione della doccia è forte, ma lo stomaco rimbomba tra pancia e cervello. Usciamo nuovamente a cercare qualcosa da mangiare. Poco più di 200 metri e ci infiliamo in un locale self service. Scegli ciò che ti piace, paghi e mangi. Benissimo! Si chiama "Colombo Food Court". Con 500 rupie a testa ( 1.50 cent) ci siamo fatti un piattone di un sacco di buone pietanze: riso, verdure cucinate da Dio, pollo, pesce e/o uova. Insomma, la giusta consolazione. Pancia piena, stanchezza pure, filiamo in albergo. Doccia e riposino ristoratore. 

Ripresi dallo shock, si va in giro. Andiamo verso il porto ma ci fermiamo prima. Entriamo in un centro commerciale, un centro commerciale di lusso, dove per entrare devi mostrare e far registrare il passaporto. È duty free ma i prezzi ci sembrano davvero alti. Ci stufiamo quasi subito, non ci piace. Finiamo di nuovo vicino all'hotel dove, per caso, ci infiliamo in una stradina in cui intravediamo un pò di gente. È un quadrilatero interno ad una delle vie di passaggio, in cui stanno diversi locali di ristorazione. E che facciamo, ce ne priviamo? Mai. Un gruppo di ragazzi sta iniziando a suonare in un palco all'aperto. Non abbiamo fame ma una birra fresca ci fa “zighi zighi”. Finiamo la serata con poco meno di un litro di birra a testa e tante patatine, mentre ascoltiamo la musica, ci guardiamo intorno e godiamo di noi. 


giovedì 27 marzo 2025

27 marzo 2025. Unawatuna e Galle city

 Stamattina, ultima qui a Unawatuna, ci godiamo le ormai abituali ore di sole mattutino. Sbragati sulla spiaggia  con bagnetto rinfrescante quando le onde lo permettono. A mezzogiorno si torna in hotel. Doccia e via di pranzo. Come sempre, dopo pranzo, si sta un'oretta in camera. 
abbiamo deciso di visitare la città di Galle, a 6 km da qui, proprio oggi, ultimo giorno. Così facciamo. Andiamo in autobus. Dalla fermata alla città di Galle c'è voluto un quarto d'ora e 0,20cent di euro. Arrivati ​​qui, si capisce perfettamente che i dominatori olandesi hanno lasciato un'impronta ben visibile. Galle è carina e sembra fuori contesto cingalese. La zona “vecchia” è dominata dalle antiche ma possenti mura di cinta. La fortificazione del Forte è una magnifica opera architettonica di difesa con tanto di cannoni e punti di osservazione.
Le mura di cinta sono tutte percorribili e, al loro interno, ospitano costruzioni storiche: qualche chiesa cristiana, una protestante, una olandese, chiusa,  la torre dell'orologio e il bel Faro bianco, simbolo di GallePasseggiando sopra i bastioni si può ammirare da un lato il mare, con scogli e isolotti affioranti, dall'altro la città nuova con un bel campo da cricket in primo piano. Gironzoliamo per le viuzze lastricate dell'interno, scoprendo scorci caratteristici risalenti all'epoca coloniale. Alcune strutture riadattate ad alberghi, ristoranti, attività e locali commerciali. Ci fermiamo per un buon gelato made in Italy e poi proseguiamo verso la parte nuova.
Qui approfittiamo per chiedere informazioni alla stazione treni. Domani infatti partiremo in treno per Colombo, la capitale dello Sri Lanka e la nostra ultima tappa di questo straordinario viaggio. Stiamo per un pochino tra le strade piene di mercati e negozi del centro e poi riprendiamo il bus per il rientro ad Unawatuna. Per cena andiamo a mangiare una buona pizza al ristorante che ci ha ospitato per i pranzi al mare e anche stasera staremo sulla spiaggia, di fronte al mare. Le luci dei locali sulla spiaggia sono tante e sembra sempre festa. Il rumore delle onde che si infrangono sulla spiaggia si confonde con le risate ei discorsi dei commensali e della musica in sottofondo. Sul nostro tavolo, il lume della candela accesa ci fa compagnia e brinda con noi e le nostre birre ghiacciate alla nostra e la vostra salute. Stiamo a guardare, riflettiamo e ci compiaciamo di poter fare queste esperienze e, soprattutto, di condividerle insieme, con amore e immensa gratitudine. 


mercoledì 26 marzo 2025

24/25/26 marzo 2025. Unawatuna beach

 Notti perfette ci accompagnano in questi giorni di mare. Ci svegliamo al rumore dei tuk tuk, lo sciabordio del mare e il canto di qualche uccellino risuona ancora alle prime ore del mattino . 

Ci piace stare nel piccolo balcone. Prepariamo il caffè, con bollitore e nescafe' (non ci dispiace affatto) , qualche frutto, banane e stiamo a guardare la vita quotidiana che ricomincia. In queste giornate ci godremo le prime ore del mattino in spiaggia, tentando qualche tuffo quando il mare ce lo consente. A mezzogiorno stacchiamo per tuffarci nella nostra doccia e lavar via salsedine e calore. Poi il rito del pranzo sul lungomare. Un giorno pizza, un altro rotoli di piadine/kebab a modo cingalese, l'altro ancora riso con verdure.

Birre ghiacciate, le Lion, patatine e relax. Nel pomeriggio, visto il caldo torrido, non torniamo mai in spiaggia. Ci rilassiamo con il climatizzatore in camera. Le sere le trascorriamo tra una passeggiata su strada, con tanto di  gelato italiano, veramente degno di nota (gelateria che importa prodotti italiani, proprietario italiano) oppure al mare, fino al tramonto, se non a girare senza meta facendo le vasche per la via centrale. Le nostre cene saranno diverse. Un giorno pesce, non degno di nota (a proposito, il costo per un kg di pesce è di circa 18 euro); un altro gamberoni e verdure (1 kg 18 euro) un altro ancora lo dedichiamo alla pizza (la margherita costa circa  € 6. 50 ). Saranno giorni rilassanti, preludio di ciò che, al contrario, ci aspetta al rientro a casa, tra qualche giorno, aime'.


domenica 23 marzo 2025

23 marzo 2025. Unawatuna Beach

 Il 23 mattina, dopo colazione, pagato il conto, ci facciamo accompagnare con il tuk tuk, offerto dall'albergatore, alla fermata dei bus, a circa 4 km di distanza. Qui c'è la fermata dei bus che portano verso nord ovest, passando e fermandosi per le diverse cittadine di passaggio. Siamo fortunati perché il bus arriva dopo dieci minuti. È abbastanza pieno ma non da non permetterci di salire e sistemare i bagagli nel vano posteriore ASCIUTTO! Il nostro obiettivo è Unawatuna, un piccolo villaggio sulla costa, su una delle spiagge più famose dello Sri Lanka. L'autobus però non arriva fin lì. Dobbiamo scendere a Matara, capolinea, per poi prendere il bus per Galle. Quest'ultimo infatti passa per Unawatuna e lì dovremo scendere.  Facciamo così e arriviamo nel giro di tre ore totali. Abbiamo speso poco più di 500 rupie a testa, ovvero circa euro 1,50. Con auto o taxi avremmo speso circa 20 euro a testa. Insomma, una delle garanzie di questa terra è che, anche se sgangherato, con autisti pazzi, e sicuramente caratteristici, i bus ci sono.
Soprattutto ti collegano ovunque tu voglia andare. Basta avere un pò di accortezza nel capire il percorso che farà e che ti servirà; chiedere agli autisti o agli assistenti se si ferma dove ti servire scendere, e pregare di arrivare sani e salvi. Ovviamente è anche una questione di dimestichezza e di tempo. Se uno ha poca voglia di star dietro sti matti e poco tempo o comunque orari da rispettare, allora non pensate nemmeno. Arrivati ​​a Unawatuna, preso possesso della macchina fotografica, carina e confortevole con un balcone proprio di fronte al mare, a 100 metri dalla spiaggia, andiamo a vedere questo meraviglioso mare srilankese.
Prima di tutto, forse abbiamo sbagliato: siamo in Russia?!?Il 99,9% dei bagnanti e dei turisti in giro è russo. La spiaggia è “piccola”. Sarà lunga circa 2 km e non è larghissima. È circondato da ristorantini carini carini e il mare è molto “risaccoso”. Anche qui le onde si infrangono sulla battigia con una forza spaventosa. Appena oltrepassati i primi 5 metri, si “rilassa”. Insomma, non uso termini appropriati proprio perché questi mi sembrano più consoni a far avere un'idea visiva di ciò che vorrei dire. I russi, temerari come zar, sono tutti in acqua. Nonostante ci sia un avviso che dice che “queste acque sono pericolose per nuotare”.
Ma figuriamoci se questi rispettano le regole! Qui hanno praticamente comprato tutto. Negozi, ristoranti, e sicuramente crederanno di aver comprato anche il mare. Tutte le attività ricettive, di cui è piena la via principale, hanno le scritte in cirillico. I menù sono in inglese e russo. I cingalesi parlano il russo!! E loro, i russi… fanno i russi🤦🤐 Comunque, tornando a noi, stiamo qualche ora in spiaggia a guardare sì tanta umanità e poi dopo la meritata doccia si va a cena. C'è l'imbarazzo della scelta sui locali e anche se tutti cucinano e garantiscono pesce fresco, ci accorgiamo che non è sempre così. Oggi opteremo per pietanze tipiche cigalesi: riso e curry, molto buoni. La serata è piacevole. Tanta gente in giro, luci, musica live e un bel tepore ci avvolge mentre rientriamo in hotel. A domani. 


sabato 22 marzo 2025

19/20/21/22 marzo 2025. Rekawa Beach, Tangalle.

Colazione a Ella e via, verso la fermata dei bus. Abbiamo optato per il bus che costa 530 rupie a testa (circa euro 1.65 a testa) contro i 6000 (€ 18. 00) a testa che propongono i conducenti di minibus o auto private, e ci porta dritti dritti dove dovremo scendere. Saranno 3 ore e mezza di viaggio abbastanza confortevoli perché seduti e con bagagli nel vano posteriore.
Unico neo è l'autista. Pazzo da legare. Qui si rischia davvero la vita ad andare con questi matti. In più si aggiunge la pioggia torrenziale che ci accompagnerà per l'ultima ora di tragitto. Comunque, ce l'abbiamo fatta. Arriviamo a qualche km prima di Tangalle, Netolpitya, piccolo villaggio a quattro chilometri dalla spiaggia che dobbiamo raggiungere: Rekawa. Qui chiediamo di farci scendere e così faranno. Sorpresa!!! I bagagli sono zuppi d'acqua… PorcacciaPorca… Praticamente è entrata acqua nel vano portabagagli e ciao ciao. Prendiamo un tuk tuk che per 600 rupie, € 1.80, cioè più del bus, ci porta a quattro km da qui, nel nostro alloggio. Arrivati, dopo un ottimo frullato di benvenuto, andiamo in camera a vedere se la nostra roba è stata inzuppata. La mia si è salvata perché ho le sacche contenitori impermeabili.
A Gi è toccato svuotare tutto e mettere tutto ad asciugare… maremma maiala. Fortunatamente l'alloggio è confortevole e ha un bel loggiato dove stare e dove mettere ad asciugare gli indumenti. Andiamo ad esplorare la zona. Si va sulla spiaggia, a cento metri praticamente. Qui c'è un'area protetta e di studio e conservazione delle tartarughe marine. Le tartarughe escono dal mare depongono le uova su buche che creano nella sabbia. Alcuni volontari del centro le proteggono posando sopra delle grate, affinché i predatori presenti non se le mangino. Quando si schiuderanno, le tartarughine avranno l'arduo compito di sopravvivere ai 30 metri che le separano dal loro ambiente naturale, il mare.
Se riusciranno a non farsi mangiare, bisognerà essere in grado di sopravvivere in acqua… che maledizione poverine. 
Noi nel frattempo ci godiamo il calare della sera e un bellissimo tramonto. Questa spiaggia è davvero bella. Palme, mangrovie, km di sabbia un pochino annerita da minerali ferrosi, e gente quasi 0. C'è pochissima gente. La spiaggia è quasi tutta per noi. Il mare è abbastanza incavolato ma anche per questo ancor più affascinante. 
I tre giorni successivi ci vedono più statici. Gigi si è procurato una distorsione al ginocchio il secondo giorno, mentre camminavamo sulla battigia. Le onde si stagliavano con così tanta forza che praticamente l'hanno sommerso e sbattuto come un fuscello sulla spiaggia. Abbiamo capito subito che non è un mare in cui stare in acqua in tranquillità, tanto meno sul bagnasciuga. Quindi sono stati giorni di rilassamento forzato, tra loggiato e spiaggia. Facciamo delle buone colazioni e quindi saltiamo i pranzi.
La sera ci rifacciamo con le cene che però ahimè sono una delusione per quanto riguarda la totale assenza di pesce e qualsiasi cosa provenga dal mare. L'unica volta che abbiamo tentato di ordinarlo, c'è stato portato pesce surgelato e, da non crederci, ancora crudo dentro. Proprio non ci siamo. Su una costa, sul mare, non puoi continuare a propinare pollo e riso... Per carità. Stendiamo un velo pietoso su questo angolo di paradiso che non ha alcun servizio vicino, nemmeno una piccola bottega dove poter acquistare acqua o beni di prima necessità; che non offre nessuna alternativa di nessun genere a chiunque venga e che, difatti, è poco frequentata. Va bene rimanere “selvaggi”; va bene non vendersi, va benissimo mantenere il più possibile l'integrità del luogo ma… no comment. Il 23 scapperemo da qui, ginocchio permettendo, per andare un pò più a ovest sempre sulla costa. Unawatuna, un tratto costiero che si dice troppo turistico. Vedremo. Insomma una via di mezzo no e? Speriamo bene.

giovedì 20 marzo 2025

18 marzo 2025. Ella. Ella Rock, hiking

 Oggi, viste le condizioni meteo favorevoli, decidiamo di dirigerci verso la vetta di Ella Rock (1350 m). Come ieri iniziamo con una passeggiata dalla stazione ferroviaria di Ella. Qualche giretto tortuoso nella periferia fino all'imboccatura del sentiero.
Non appena avviati, ci troviamo immersi nelle splendide coltivazioni di tè, dove le foglie verde brillante si estendono a perdita d'occhio, creando un paesaggio incantevole. Due chiacchere ( Ungh? Unga! Ahh) con alcune donne intente a raccogliere le foglie di tè le quali ci indicano il percorso. L'aria fresca e profumata è rinfrescante, i rumori della natura accompagnano i nostri passi che avanzano lungo il sentiero.  Proseguendo, il Little Adam's Peak si erge davanti a noi, una presenza familiare che sembra guidarci in questo percorso.
La sua forma caratteristica, simile a un piccolo cono, si staglia contro il cielo blu e funge da punto di riferimento mentre iniziamo ad affrontare la salita ripida. Il sentiero, a tratti impegnativo, ci sfida a superare la fatica, ma la bellezza circostante è un'ottima motivazione, e ci sprona. Con ogni passo, il panorama si espande. Mentre saliamo riusciamo a contemplare la maestosità della natura intorno a noi. Nei punti cruciali della parola i cingalesi hanno trovato il modo di allestire piccole bancarelle che ti propongono bevande idratanti, dal cocco alle spremute artigianali (molto artigianali) di agrumi. Finalmente raggiungiamo la vetta di Ella Rock. 
Qui la vista è semplicemente mozzafiato: peccato che i cingalesi ti abbiano preparato la sorpresa: se vuoi arrivare al “View Point" ,che dista dieci metri da te, devi pagare. Insomma una bastardata. Il prezzo è irrisorio, stiamo parlando di 3€ a testa, ma è il metodo che non ci va giù. Ti fanno salire per chilometri poi arrivi su e ti dicono: se vuoi fare gli ultimi dieci metri paghi. Incredibile. Non cediamo a questo ricatto e con l'aiuto del gps troviamo un secondo View Point. Il Little Adam's Peak e la vallata si estendono sotto di noi in un gioco di verdi ondulati. Il cielo è leggermente coperto da una foschia passeggera che si dirada quasi subito.
Ci fermiamo un momento per assaporare la bellezza del paesaggio, respirando a pieni polmoni l'aria pulita mentre il sole brilla luminoso sopra di noi. Questo View Point è caratterizzato da un piccolo tempio buddista scavato nella roccia, molto pittoresco. Fotografie di rito e si riparte  La discesa si rivela più semplice e veloce e ci godiamo il rientro permettendo al nostro sguardo di perdersi nuovamente tra le meraviglie della natura. Piccola sosta per ingerire un po di energia e si riparte. Una volta tornati a valle, decidiamo di proseguire verso la cittadina seguendo la via ferroviaria. Questa passeggiata lungo i binari offre una vista unica, permettendoci di apprezzare il paesaggio in modo diverso. 
Durante il tragitto abbiamo potuto ammirare una maestosa cascata, già vista prima dalla parte superiore; il passaggio del treno a un metro da noi e un po di flora e fauna locale. Infine, dopo una giornata all'insegna della natura, il sentiero ti riporta a Ella. E' ora di reintegrare calorie e liquidi, ognuno a modo suo, per me roti con pollo e formaggio e come liquido BIRRA, Robi un roti al cioccolato e acqua. Rientrati nell'alloggio, il tempo di una mega doccia e un caffè che inizia a piovere. E quando qui piove, piove davvero!!

lunedì 17 marzo 2025

17 marzo 2025. Ella. Little Adam's Peak e 9 Arches, hiking

 Ella è una cittadina incastonata in una valle a circa 1.066 metri di altitudine. È circondata da montagne di vegetazione fittissima, piantagioni di tè e tanti campi di coltivazione agricola, comprese le risaie. Come abbiamo già anticipato ieri, la zona è molto turistica. Sono presenti molte tipologie di alloggi per tutte le tasche e tutti i gusti. Tante e ottime le opzioni per pranzi e cene e locali in cui ci si può rilassare davanti ad un frullato di frutta fresco se non una birra ghiacciata o  buoni tè e caffè. Ci sono tante cose da fare e vedere. Dai templi buddisti, che però distano qualche km, ai trekking in giro per le montagne. Due di essi sono quelli più rinomati: Little Adam's Peak ed Ella Rock.

Oggi, visto il bellissimo cielo e la voglia di esplorare queste terre, ci armiamo di zaino e decidiamo di fare Little Adam's Peak. È un sentiero abbastanza semplice. Parte direttamente dalla città di Ella e si districa per circa 9 km tra piantagioni di tè e boschi fitti di alberi e arbusti. Si arriva a 1141 metri con tutto il primo tratto in salita. Iniziamo. Fiancheggiamo l'ingresso della stazione e , superato, entriamo nella via ferroviaria, sui binari proprio. Incontriamo diverse persone che usano questo percorso per andare avanti e indietro dalla città. Lasciamo i binari e saliamo per uno sterrato che, prima ci farà passare davanti ad un bel tempietto buddista, poi ci farà salire dolcemente su un percorso incorniciato da tanto verde.
Passiamo tra le piantagioni di tè, le risaie allagate, e, aime, anche hotel e alloggi costruiti sfruttando una posizione panoramica invidiabile. Arriviamo quindi laddove vanno tutti, o si fanno portare col tuk tuk, visto che il percorso è ben percorribile. Viewpoint con tanto di altalena per potersi far fotografare mentre si dondola sulla vallata; zipline che conduce da una vetta all'altra; una mega area ricettiva con tanto di solarium e piscina. Insomma tanta roba da turismo sfrenato. Il panorama è magnifico. Scappiamo da questa bolgia virale e riprendiamo il sentiero tracciato sulla app che Gigi segue minuziosamente. Sali scendi e tante belle vedute.
Arriviamo ad un'altra attrazione del posto : il ponte dai nove archi, Nine Arches Bridge. È uno dei migliori esempi di costruzione ferroviaria coloniale del paese. Lungo 91 metri e alto 24 è stato progettato per adattarsi ad una curvatura di nove gradi ed una pendenza ripida. Si dice che abbia dovuto affrontare grandi sfide logistiche tra cui il terreno difficile e il trasporto di materiali. È stato commissionato dagli inglesi che hanno supervisionato i lavori affidati a manodopera locale che ben conosceva le difficoltà del territorio. Completato nel 1919, tutto in pietra, con ritocchi in cemento, si mantiene ancora bene direi.
Lo si può attraversare e camminarci sopra mentre aspetti magari il passaggio del treno storico. Così facciamo noi. Sotto di esso il tè imperversa con i suoi arbusti verde brillante. Dopo esserci goduti questo spettacolo, ci incamminiamo sulla via di rientro, sui binari. Passiamo tra lavori in corso e piccole capanne di vendita di bevande che stanno a bordo ferrovia. Dopo circa 3 ore e 9 km siamo di nuovo a Ella. Il cielo si annuvola. Sono le 13 circa e ci rintaniamo in camera per la meritata doccia. Inizia a piovere. Piove e piove tanto. Smette intorno alle 17.00 e approfittiamo per uscire un pò e gironzolare. Tanti negozi, tanti ristoranti, tanta gente e tanta polizia. C'è un dispiego di forze dell'ordine che neanche a Roma per il giubileo.
Capiremo che è una cosa normale qui, niente di più. Ceniamo presto e scegliamo un rinomato ristorante di cucina cingalese che ha più di 2000 recensioni con il massimo dei voti. E che sarà mai. Si chiama Matey Hut. C'è la fila fuori. Il locale è molto spartano, niente di particolare. Riusciamo a sederci dopo circa mezz'ora di fila e ordiniamo due kottu, uno dei piatti tipici della cucina cingalese. L'ho già descritto. Be’, abbiamo preso la versione con uovo e formaggio e l'aspetto non è dei migliori. Ogni porzione è per tre persone affamate. Troppo. È saporito e ci ricorda una carbonara da mooolto lontano. Alla fine però, non c'è più andato giù. Nauseante. Insomma l'esperienza al famoso locale non la ricorderemo così entusiasmante. A proposito. Qui, come in Malesia e in tanti altri paesi del sudest asiatico non abbiamo mai visto formaggi; non esistono. 

Raramente abbiamo visto delle fette di cheddar ma mai altri tipi di latticini, se non qualche yogurt che sa di acqua e frutta. Utilizzano una crema che è praticamente il nostro formaggino, quello per bambini sdentati. Siamo quindi in regime di abolizione formaggio/controllo colesterolo , senza volerlo, da circa tre mesi. Al nostro rientro, scaterneremo l'inferno. 


domenica 16 marzo 2025

16 marzo 2025. Da Nuwara Eliya a Ella by train

 Ed eccoci arrivati al giorno in cui prenderemo il famosissimo treno che attraversa mezzo Sri Lanka, da Colombo a Badulla, ovvero dalla costa occidentale fino al suo interno montuoso, procedendo molto lentamente e fermandosi in alcune delle più note cittadine del percorso. 

È un percorso storico molto caratteristico e carino. La sua caratteristica è la panoramicità, la lentezza e il fatto che ti puoi sporgere dal treno e stare a godere del panorama mozzafiato dalle porte e/o finestrini aperti. Si snoda tra tunnel, strapiombi, cascate, fiumi, valli, piantagioni di tè, villaggi, boschi e una fittissima lussureggiante vegetazione. Il percorso totale è di 291 km ma una delle tratte più panoramiche è quella che va da Kandy (città dove eravamo la settimana scorsa) a Ella, dove stiamo per approdare. Per alcuni problemi di orario, l'agenzia di prenotazione on-line ci sposta sul treno precedente a quello prenotato, meno storico del primo, ma che percorre la stessa tratta alla stessa velocità ed è, soprattutto, altrettanto panoramico. Dovrebbe partire alle 14.30. A proposito, le prenotazioni vanno fatte per tempo perché è frequentatissimo.
Noi l’abbiamo prenotato circa 20 giorni fa approfittando del fatto che dovevamo fare lo spostamento da Nuwara Eliya a Ella, una cittadina a circa 80 km. La stazione però è a Nanu-Oya , a circa 7 km da Nuwara Eliya. Prenotato con Uber un tuk tuk, che è risultato essere Il più economico, ci facciamo portare alla stazione di Nanu-oya (speso l’equivalente di 3 euro e 50) . È una piccola stazione di una piccolissimo villaggio con qualche localino sulla strada principale dove poter mangiare e con qualche minimarket. Pranziamo in un localino molto spartano che ci offre un ottimo Kottu, uno dei piatti tipici dello Sri Lanka. Il Kottu è un mix di roti tagliato sottilmente, spadellato con verdure e, se si desidera, pollo o manzo. Il tutto condito egregiamente con sapori ed erbe aromatiche che solo loro sanno usare così bene. Dopo aver preso anche un buon caffè torniamo alla stazione. Aspettiamo, aspettiamo e aspettiamo.
Ritardissimo!! Il treno partirà alle 16.15; e che ci vuoi fare. Siamo in prima classe, quella che ha l'aria condizionata, che oggi proprio non serve! I finestrini non si possono aprire, a differenza di quelli della seconda e terza classe ma ciò non crea alcun problema perché possiamo affacciarci dalle porte aperte e dai finestrini della cabina del capotreno. Questi infatti non solo ti dà la possibilità di sfruttare al massimo le vedute attraverso tutte le aperture a disposizione ma anzi, ti invita proprio a fare le foto o i filmati, indicando anche i punti salienti:le cascate, i punti più alti, i boschi e le distese di tè.
Divertimento assicurato. Un tizio che accompagna il capotreno ci fa addirittura un filmato mentre ci sporgiamo da una delle porte🤦. Il treno va lento e gli scenari sono indiscutibilmente spettacolari. Purtroppo l'ultima mezz'ora è avvolta dal buio del sole ormai tramontato alle 18.30. Sono le 19.30 quando arriveremo a Ella. Fortunatamente l'alloggio è a trecento metri, poco distante dalla stazione. Posiamo i bagagli, ci riprendiamo dall'esperienza incredibile e poi andiamo a cenare. Be’, un'assoluta sorpresa. Sembra di stare in una piccola Patong. Anzi, Bangkok minion da quanta movida c'è. Le vie principali sono incorniciate da locali magnifici. Belli dal punto di vista architettonico, di buon gusto e con tanto di turisti dentro ognuno. C'è l'imbarazzo della scelta. Luci e vivacità contraddistinguono questa cittadina che vediamo al buio della sera. Tra i tanti locali scegliamo quello che fa pizze con forno a legna. Degno di nota, sia il locale che la pizza, accompagnata, finalmente, da tanta birra ghiacciata. 


sabato 15 marzo 2025

15 marzo 2025. Nuwara Eliya, Single Tree trekking.

 Buongiorno piccola Inghilterra messa molto bene! 

Giornata spettacolare. Il cielo è limpido. Il sole illumina tutto con la sua magnificenza. A colazione ci addolciamo con muffin e torta alle nocciole comprati ieri nel ristorante in cui abbiamo pranzato. Oggi seguiamo la traccia che ci porterà a 2100 metri di altitudine verso le cime più alte. Sono tre e stanno vicine l'una all'altra. Via di zainetto, acqua e banane. Il sentiero inizia dopo circa un km di strada provinciale. Durante tutto il primo tratto di percorso attraversiamo la città. La gente è cortese e salutano con allegria. Le case sono molto carine e rispecchiano lo stile coloniale inglese.
Tetti spioventi, finestrelle multi vetro e una parvenza di ordine e pulito. Oggi è sabato e c'è tanta gente del posto in giro. Ci sono tante manifestazioni. Vediamo in lontananza una gara podistica su un percorso tracciato nei campi da golf. A proposito qui ci sono campi da golf, galoppatoio, e, ripeto, parchi e lago. Dopo qualche chilometro di saliscendi incontriamo dapprima un bel tempio buddista, degno di nota, con il suo stupa bianco e un Buddha sdraiato veramente bello. Poi passiamo attraverso un villaggio considerato il  piu alto dello Sri Lanka.
Casette carine e modeste con tanto di coltivazione di ortaggi dappertutto. Ci salutano tutti al nostro passaggio. Molte persone usano indumenti pesanti, nonostante il clima non sia per nulla freddo. Addirittura usano cuffie di lana! Ma'. Continuando, passiamo davanti ad un view point a pagamento. È una struttura circolare che permette di vedere il panorama a 360° ma ritentiamo di poter vedere molto di più dove stiamo andando. Alcuni volontari ripuliscono dall’immondezza il bordo strada. Effettivamente, nonostante questa cittadina sia molto più pulita di quelle viste finora, plastica e vetro in giro non mancano, soprattutto tra gli arbusti del tè che si trovano a bordo strada appunto. Non c'è speranza!
Qualche centinaio di metri ed entriamo in in un bosco di eucalipti. Maestosi, hanno i tronchi grossissimi e sono altissimi. Il sentiero non è tracciato ma è semplice. Lungo il percorso si raggiungono altre cime alternate da panorami mozzafiato. Si aprono scorci della cittadina sotto di noi, mettendo in evidenza tutti gli spazi verdi che offre, lago compreso. Si riaprono distese di campi di tè che resteranno il punto costante del sentiero che ci ricondurrà in città.  Proseguendo, passiamo davanti ad un tempio costruito nel 2014 da una ricca beneffattrice. È sormontato da un Buddha molto alto che è in rifacimento. Attorno allo stupa bianco che si serge al centro, statue di monaci a dimensione naturale. Si inizia a scendere verso la città che è sempre a portata di visuale. Panoramicamente è un percorso eccellente.
Anche qui gli arbusti di tè di questa piantagione, che si chiama Pedro Estate, sono innumerevoli. Dopo circa 10 km siamo in città, dalla parte opposta alla partenza e a circa 2 km dal nostro alberghetto. C'è un bel movimento di persone e il clima è sempre confortevole. Sono le 13.00 e cerchiamo qualcosa da mangiare. Torniamo nel ristorante di ieri, dove cucinano molto bene. Sembra una catena di montaggio da quante pietanze e dolci sfornano, soprattutto torte. Sono perfette. Sembrano le tipiche torte americane, alte e bellissime da vedere.
Effettivamente il trancio di torta alle nocciole comprata ieri non era niente male. Per giusta informazione diciamo che, come quelle americane, la bagna non esiste o quasi, però c'è una buona crema e l'impasto è delizioso. Gigi oggi va di pollo e patatine e, come ieri, deve aspettare un po più di me che invece ho già il piatto di riso e verdure davanti. Pancia piena, giornata magica. Prima di rientrare facciamo una passeggiata nelle vie limitrofe. Vediamo la struttura molto pittoresca che ospita le poste, il tempio buddista antistante con il grande Buddha che lo sovrasta, e acquistiamo qualcosa da mangiare per cena insieme ad una buona birra. L'intenzione è quella di rintanarci, come ieri, nel confortevole soggiorno dell'albergo. Mangeremo i panzerotti comprati e inizieremo a preparare i bagagli per la partenza di domani. Direzione Ella passando per la stazione ferroviaria di Nanouya, a circa 7 km da qui, da cui parte il famoso treno panoramico per Ella appunto. Saranno circa 3 ore di viaggio sul treno più lento e panoramico del mondo, così si dice. Vedremo. Speriamo il tempo ci assista, anche perché stasera qui ha iniziato a piovere. 


Post più popolari