"quando avremo ottanta anni, avremo probabilmente imparato tutto dalla vita .
Il problema sarà ricordarlo"

martedì 4 marzo 2025

4 marzo 2025. L'odissea di Negombo

 Buongiorno Roma..prima del prelavaggio con candeggina! Negombo viene definita la piccola Roma solo e soltanto per la sua percentuale di cattolici presenti e chiese ed edicole con i santi dappertutto. L’80% dei suoi abitanti è di religione cristiana. La città è caotica. Molto smog e molto indi. Mentre tentiamo di camminare a bordo strada con camion, bus auto e scooter che ci sfiorano a tutta velocità, gironzoliamo per vedere quel che offre. Purtroppo è abbastanza tardi, sono le 9.30 del mattino quando usciamo all'alloggio, perché ci dicono che c'è il mercato del pesce sul lungomare che è molto caratteristico, soprattutto nella primissima mattina. Andremo comunque a vederlo ma dopo aver visitato le attrazioni di passaggio.

Dapprima ci imbattiamo nel tempio/monastero buddista di Angurukaramulla. Stupendo come spesso accade. È un monastero quindi i monaci ci vivono. Ne vediamo alcuni giovanissimi che stanno studiando. Ci vengono incontro con l'aria divertita, incuriosita e furbacchiona dei ragazzini che ti stanno chiedendo le solite cose per riderci un pò su. Sono meravigliosamente identici, nei comportamenti, ai nostri.
Scazzati, spiritosi, piglianculo😅. Studiano la storia e il buddismo. L'inglese è molto diffuso, quindi studiano anche quello. Tornano ai loro studi e noi visitiamo il tempio. Non è grandissimo o meglio non ha ampie sale come spesso accade. Qui il fulcro è la sala centrale in cui c'è il Budda sdraiato, praticamente passato oltre (tipo morto, non morto) al quale si arriva seguendo un percorso. Il percorso descrive infatti la vita del Budda, i momenti che l’hanno portato all'illuminazione. Oltre ad essere colorato e ben fatto è molto esaustivo. All'ingresso ti viene offerto un opuscolo che contiene le informazioni su ciò che stai vedendo e sul buddismo in generale. L'ingresso è gratuito ma è gradita un'offerta. È veramente bello e ben mantenuto.
Non paghi di cotanta spiritualità continuiamo il cammino religioso a noi più vicino: la chiesa di Santa Maria. Eccola, la bella Chiesa cattolica dedicata alla Madonna. È abbastanza recente, dei primi del 900, e la sua architettura è un mix di Europa e Asia. È grande, una delle più grandi chiese cattoliche dello Sri Lanka. Ci piace. Mi piace. La cosa più sconcertante è la devozione dei credenti. Molto poco europei negli atteggiamenti ma molto molto asiatici.
Le religioni in questi paesi sono il motore della vita. Hanno un'importanza enorme che incide sui comportamenti quotidiani. La ritualità nell'esprimere la propria fede è fatta di gesti e movimenti spesso incomprensibili per chi vive la propria fede in maniera più compita. Qui hanno fatto una trasposizione di tutto questo sulla chiesa di Santa Maria dove parlano con le statue, bevono e si bagnano con acque che fuoriescono da esse, come fosse acqua santa, pregano e piangono davanti all'immagine sacra della Madonna.
Probabilmente è molto simile a ciò che accade da noi, in alcuni paesi o anche in tante parti del mondo. La stranezza, se così si vuol chiamare, è che fin qui l'avevamo visto solo nei rituali buddisti, induisti e di altre religioni asiatiche. Dopo queste considerazioni e dopo la St Mary’s Church, proseguiamo per il forte olandese e per il lungo mare. Il forte è piccolo e rappresenta semplicemente la dominazione olandese che segui’ quella portoghese nella seconda metà del 1600. Niente di rilevante se non che sta sopra un piccolo colle e a fianco alla prigione. Rilevante invece è la visita sul lungomare. Pazzesca. Ci sono ancora i pescatori che ripuliscono le reti dai pesciolini più piccoli mentre il pescato più grosso è già sui banchi del mercato attiguo o in mano ai preparatori/macellai/pescivendoli che, forniti di grossi coltelli, li tagliano e li preparano per l'essiccazione o/e l'esportazione. Essiccazione: a terra.
Distese di pesce poggiato su tappeti di corda viene salato e lasciato così. Vediamo di tanto in tanto che viene girato manualmente da donne scalze e piegate in avanti, che faticosamente fanno questo sotto il caldo torrido e condizioni incredibili. L'odore è pungente. Le immagini sono difficili da fotografare per la difficoltà di rendere giustizia a tutto ciò che vediamo. È un'esperienza da fare con tanto di scarpe chiuse e, soprattutto, senza pregiudizi. Trascinati da questo vortice stiamo qui fino a pranzo ma lungi da noi mangiare pesce oggi… Non ce la possiamo fare. Cerchiamo qualcosa e troviamo un locale spartano e abbastanza zozzo dove infierire sul nostro intestino. Panzerotti ripieni di intrugli vegetariani o con pollo e maiale misto a verdure. Sono buoni, costano pochissimo e siamo stati sfamati a sufficienza. Non ci resta che aspettare fino all'ora in cui passerà l'autobus per andare ad Anuradhapura, la città antica. Purtroppo quando abbiamo prenotato abbiamo fatto un gravissimo errore che non è stato possibile rimediare, nonostante gli sforzi e i messaggi inviati all'agenzia organizzatrice. L'orario del bus era espresso in 12 ore e le 10.10 che pensavamo fossero del mattino, erano P. M. post meridian, di sera!!!. Quindi ci troviamo in una cittadina non proprio meravigliosa con due strade principali che si intersecano, strade laterali con bancarelle e negozi, piccoli ristoranti e nessun centro commerciale a conforto e dovremo rimanerci, senza meta, per più di 6 ore.
I marciapiedi sono inesistenti e spesso a raso, quindi occupati dalla miriadi di auto o tuk tuk che ti assillano per un passaggio. Lo strombazzare dei clacson poi è un cult. Il classicone dei paesi iper trafficati. Certo che non si può definire una cittadina silenziosa e confortevole. Andiamo avanti e indietro per ore. Non sappiamo dove fare l'uovo. Siamo quasi alla frutta. Io mi sono ricordata di quando facevo il vigile urbano e, in piena estate, non avendo un granché da fare per strada ad agosto alle 15 del pomeriggio, andavo avanti e indietro per la strada come una scema, cercando un pò di ristoro all'ombra di qualche albero che puntualmente non faceva abbastanza ombra. Guardavo l'orologio ogni 5 minuti aspettando che passassero le ore. Stessa cosa a Negombo. Avevamo dubbi su dove fosse la fermata perché le informazioni date sul sito erano incomplete.
Abbiamo chiamato l'agenzia ma non parlavano inglese. Abbiamo chiesto al gentilissimo proprietario dell'alloggio che ha chiesto per noi nella loro lingua e alla fine ci siamo riusciti. È stata un'avventura abbastanza impegnativa e stancante anche per il posto in cui ci trovavamo. Abbiamo cenato al KFC unica catena conosciuta e soprattutto la designata fermata del bus. Una volta sopra, alle 23 di notte, quindi in forte ritardo, i problemi erano il check-in tardivo e la fermata, dove si sarebbe fermato il bus una volta che arrivati ad Anuradhapura. Neanche questo era definito. Quindi vai di telefonate e messaggi al proprietario (Mr. Aruni) dell'alloggio di Anuradhapura (Little Paradise) che gentilmente ci ha fornito un tuk tuk, per 450 rupie, che ci aspettava a mezzanotte e mezza in un punto concordato tra l'autista e Mr Aruni attraverso una interlocuzione telefonica, con il mio telefono! Arrivati sul punto deciso, ci scarica e ci troviamo in mezzo al nulla, all'una e mezza della notte. Fortunatamente avevamo il contatto con l'autista del tuk tuk che aspettava da un'altra parte da un'ora. Chiamato, è arrivato subito. Altro che 450 rupie; gliene abbiamo lasciato 1000! Per la cronaca 100 rupie equivalgono a euro 0.318, quindi 1000 sono 3 euro e 18 centesimi. Che gentilezza e che comprensione questi signori. Siamo nell'alloggio e Mr Aruni è qui ad aspettarci. Finalmente una doccia: purtroppo è fredda ma non importa, è andato tutto bene. Alle 3.00 siamo a letto… cotti. 


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