Lasciamo l'alloggio dopo un'altra lauta colazione, con tanto di roti srilankese e frittelle di cipolla e andiamo alla fermata dei bus locali. Dobbiamo raggiungere Kandy, che dista circa 72 km. Prendiamo un tuk tuk che ci porta alla stazione per 300 rupie.
La distanza è di circa 3 km. L'autobus è un catorcio colorato con tantissime persone dentro. È davvero caratteristico. Gigi non trova posto e quindi sta in piedi. C'è sempre un assistente a bordo. Il suo compito è quello di fare i biglietti (noi 250 rupie a testa) e annunciare, sporgendosi dalla portiera sempre aperta, la destinazione successiva. Alcune persone, soprattutto giovani, salgono e scendono sul bus in corsa. Nelle due ore di trasferimento abbiamo visto diverse cose; dal cantante stonato che, salito su, attacca stereo con luci psichedeliche e,
microfono in una mano e telefonino/leggio dall'altra, canta per un contributo spassionato. Se fosse rimasto in silenzio avrebbe guadagnato di più! L'autista è tutto un programma. Color merda, scusate la caduta di stile ma non trovo altri aggettivi. Ogni tanto mastica una foglia di betel. Occhi di fuoco, copri leva delle marce di peli di animale, e pedale dell'acceleratore a tavoletta, scarpe rigorosamente infradito. È pazzo. Sono tutti matti da legare. Amano la velocità e il rischio. Il punto è che non sanno che le altre persone forse no. Guidano come matti. Strombazzano ad ogni potenziale ostacolo, superano in curva, con la striscia continua, con auto e scooter di fronte, insomma come guidare a fari spesi nella notte per vedere... Arrivati. Siamo salvi. Salutiamo e ringraziamo per la botta di culo e di adrenalina e siamo finalmente a Kandy.
Il nostro alloggio è a 100 metri dal lago. Si chiama Fortuna Heritage Home ed è carino, finalmente. Piove. Si, sta piovendo. Questo non ci impedisce di vedere la città, o almeno in parte. Kandy è una piccola città nel centro dello Sri Lanka. Come capitale del regno precoloniale ha un'abbondanza di storia e cultura. È sede del sacro Tempio del Dente che contiene la sacra reliquia del dente del Buddha. Una delle principali attrazioni della città di Kandy è il famoso Asala Perahera, noto anche come il Festival del Dente, che si svolge tra luglio e agosto. La città è situata su un altopiano circondato da montagne che ospitano piantagioni di tè e una foresta pluviale ricca di biodiversità. Nel cuore della città oltre al lago Bogambara, c'è il quartiere commerciale, percorribile a piedi, che ospita sia mercati locali che un moderno centro commerciale a più piani. Ci sono diversi locali dedicati alla ristorazione e al fast food. C'è tanta gente ma non disturba affatto, anzi. È vivace e le persone sembrano davvero cordiali. Vorremmoo inoltrarci verso il centro ma il lago ci avvinghia con le sue meraviglie.
Non si può immaginare la quantità di uccelli che vediamo. Gli alberi che fanno da cornice a questo spettacolo sono bellissimi. Tronchi giganteschi che si chinano all'acqua. Fronde e foglie che si specchiano su essa come Narciso. Uccelli di ogni specie che nidificano su di essi. Aironi che svolazzano di qua e di là. Varani schifosissimi con la pancia piena che tentano di fare due passi fuori dall'acqua. Oche, uccellini blu e, sollevando lo sguardo, pipistrelli appesi a testa in giù sui tronchi più alti. Stiamo a fotografare e ammirare lo spettacolo per diverso tempo. Gigi, da appassionato fotografo naturalista, ricordava che qualche anno fa, per vederne soltanto uno di questi uccelli (aironi o simili) faceva poste di ore. Qui metterebbe radici. Purtroppo non ha la sua attrezzatura fotografica seria e si deve accontentare di qualche scatto discreto. Vabbè, pazienza. Ora lo stomaco reclama.
Ci fermiamo in un localino e finalmente si può avere la tanto agognata birra. Due panzerotti ripieni di verdure e il mini pranzo è fatto. Pomeriggio piovoso. Noi in albergo abbiamo la possibilità di rilassarci con una doccia e un caffè nella confortevole hall. La sera approfittiamo di un momento di tregua dalla pioggia per tornare al locale del pranzo. Nel frattempo entriamo nel centro commerciale. Dovrebbe essere l'unico. Molti negozi all'interno sono già chiusi, eppure sono solo le 20. A noi fortunatamente servono soltanto due cosette e quindi non abbiamo problemi. Per cena due birre e due Dohsa farciti ci fanno stare meglio. Al rientro facciamo un tratto di strada insieme allo chef del ristorante a fianco a quello in cui abbiamo appena mangiato. Lui sta rientrando a casa e facciamo due chiacchiere interessanti e per di più capiamo tutto! Ci dà delle dritte su alcuni acquisti e sul mercato delle spezie e del tè che andremo a vedere. È un ragazzo giovane e molto educato, gentile nei modi e molto cordiale. Ecco, questo è quel tipo di gentilezza che vorremmo trovare qui. Molti raccontano che i cingalesi sono un popolo di persone molto gentili, scambiando i sorrisi di cortesia e interesse, di cui sono maestri, per gesti e attenzioni disinteressati che non sono proprio le loro caratteristiche migliori.




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