Ci svegliamo presto nonostante non dobbiamo fare niente di particolare. Dopo il nostro caffè, iniziamo la giornata in giro. Puntiamo verso la moschea Jami-Ul-Afar. È una moschea molto appariscente e diversa dalle altre. È una costruzione bianca e rossa del 1909 che spicca vistosamente nella Maine Street (strada principale), tra i negozi del bazar Pettah. È ancora chiusa. Apr i battenti alle 10.30 ei turisti possono entrare soltanto da uno dei 5 ingressi, il 3°. Non abbiamo intenzione di entrare, anche perché dovremmo aspettare troppo e poi non abbiamo voglia di indossare gli abiti che credo ci darebbero, visto che Gigi ha i pantaloncini alle ginocchia e io la maglietta con le maniche corte. Facciamo le doverose foto di rito e continuiamo per le vie del bazar.
Vorremmo arrivare al Floating Market, e qui chiedere dell'autobus che porta all'aeroporto internazionale. Ci servirà tra qualche giorno. Camminando ci inoltriamo sempre di più tra i meandri delle bancarelle e dei negozi. Sono soprattutto articoli di abbigliamento, taroccato e non. Seguono a ruota, articoli per la casa, per il fai da te, elettronici, frutta e verdura con a fianco reggiseni e mutande magari; di tutto un pò. C'è tanta gente, anche perché oggi è sabato. Arriviamo alla agognata fermata dei bus. Ci indicano dove trovare il capolinea dei piccoli autobus che fanno la tratta per l'aeroporto che dista 32 km. Trovato. Numero 187, costo 300 rupie a testa (€ 0,90), partenze ogni mezz'ora o giù di lì. Inizio corse ore 4.30, durata 45/50 minuti. Perfetto. Unico neo è che il nostro volo partirà alle 9.50 e quindi stiamo già pensando alla levataccia e al tuk tuk da prendere vicino all' albergo.
Questi infatti distano da questo capolinea circa 2,5 km. Vedremo poi come organizzarci. Nel frattempo ritorniamo verso le strade del bazar visto che il mercato galleggia praticamente non esiste. È questo! Questo insieme di negozi del Gran Bazar si trova in prossimità del Lago Beira. Si chiama Pettah ed è un caos totale, infernale. Sono le 10.30 circa ed è sempre più affollato. C'è caldo. Cerchiamo un rifugio per mangiare qualcosa, magari un dolce con caffè. Niente di attraente. Finiamo per comprare due dolci (una fetta di torta al cioccolato e una alla frutta candita) in un negozio vicino all'albergo e per rintanarci qui, al fresco del condizionatore accompagnato da una buona tazza di caffè. Non ci priviamo nemmeno di una doccia fresca e poi un riposino pomeridiano.
Alle 15.30, rifocillati, usciamo dall'hotel. Certo non è il momento migliore della giornata per gironzolare al caldo ma del resto non vogliamo trascorrere tutto il pomeriggio in camera. Pian pianino raggiungiamo la costa. Il bel lungomare ha il nome di Galle Face Green. Qui nel tardo pomeriggio e nel fine settimana, tutta la città sembra riunirsi per scambiarsi due chiacchiere, mangiare e bere, divertirsi. Il lato in cui c'è il mare, non proprio meraviglioso, con una piccola spiaggetta a contorno, alcune persone stanno nel bagnasciuga a chiacchierare.
È un angolino molto bello e poetico. Sul lato opposto all'acqua, la passeggiata, che a sua volta affianca l'area verde, con tanto di prato. Oggi c'è anche una manifestazione sponsorizzata da un marchio che da 60 anni produce prodotti nutrizionali naturali, ricchi di vitamine, per arricchire la dieta dei bambini in età di sviluppo, si chiama Astra, un incrocio tra Mellin e Plasmon. Hanno allestito stand con prodotti di pasticceria, street food e aree giochi. Nell'area parco stanziano delle giostre meccaniche con tanto di tagada', dischi volanti e una mini ruota panoramica che carica le persone su seggiole a forma di grossi mezzo guscio e viene manovrata e veicolata dalla forza di due ragazzi, pazzi furiosi, che sembrano i criceti in gabbia che corrono sulla ruota. Sicuramente non è la cosa più rassicurante del mondo e visto come trattano il resto dei congegno Meccanici (motori, auto, moto, barche) non saliremmo nemmeno gratis. Sul lato strada, dalla parte opposta al mare, c'è un grande centro commerciale che si chiama Galle Face, entriamo. Fresco! È molto grande. Si tratta di 4 piani e un sottopiano. In ognuno di essi esistono tanti negozi, marchi nostrani e artigianato.
È uno spaccato di internazionalità abbastanza inaspettato, nonostante siamo in una metropoli asiatica. Si è vero che Colombo è una città moderna con i suoi 650.000 abitanti ma è pur sempre nello Sri Lanka e qui dentro sembra di stare a Milano, e non vuol dire necessariamente meglio. Insomma, stiamo qua dentro per un paio di ore anche perché sono le 17.00 e abbiamo un certo languorino. Vorremmo un dolce o uno smoothie ma non c'è nulla che ci ispiri. Ma guarda un pò: un forno a legna. Pizza! Accidenti, un locale veramente carino ci invita a nozze. È pizza sia. Io aggiungo una buona Caesar Salad e Gigi le immancabili patatine e.. Birra, tanta birra ghiacciata. Be'una merenda insolita per noi, non era proprio l'ora del tè evidentemente.
Stomaco pieno, si torna per strada. Attraversiamo e ci ritroviamo sul prato, dove c'è la manifestazione e c'è soprattutto una marea di gente. Il mare è qui di fronte a tutti. Alcune persone stanno sul bagnasciuga con i piedi in ammollo, altre passeggiano nella parte che fiancheggia il mare e c'è una bella atmosfera festosa. Ragazzi e bambini che provano giochi di destrezza e abilità, un palco in cui si alternano presentatori ed esibizioni di musica e danza, gente che si diverti e sembra così leggera da suscitare una bonaria invidia. Sono tutti molto socievoli e si vede bene che amano socializzare. Il cielo si tinge di rosa e dalle nuvole appare un sole arancione che sta per tramontare. Spettacolo. Un tramonto stupendo, tutto per noi. Ci sediamo ad ammirarlo e a guardare tutta questa gente così allegra. Intanto la festa continua e tra telecamere, droni e schermi giganti stiamo qui, fino a tardi. Non abbiamo nessuna voglia di mangiare e quindi, dopo qualche ora, rientriamo in hotel. Buttiamo giù due righe e rivediamo le immagini di questa bella giornata, diversa, insolita e tanto appagante.







Nessun commento:
Posta un commento